1. Balò Valli Ida (a cura di), Giugno 1944. Civitella racconta, Editrice grafica l’Etruria, Cortona, 1994.
Pubblicato nel 50° della Liberazione, il volume propone circa settanta testimonianze legate ai fatti di Civitella raccolte dall’A. in dieci anni. Benché non vi si trovino nuovi apporti documentari, il volume si segnala all’interno dell’acceso dibattito che localmente ha visto la comunità di Civitella divisa da sempre su responsabilità e colpe relativamente alla strage del 29 giugno 1944. In particolare il capitolo VII Il triangolo della morte (pp. 116-41) analizza gli avvenimenti sanguinosi che colpirono le località nei pressi del paese di Civitella, rendendo implicitamente chiara la strategia di distruzione sistematica adottata nei confronti della popolazione civile da parte dei nazifascisti. Molto particolareggiato, il volume raccoglie, tanto nelle testimonianze quanto nella ricostruzione fatta dall’A., fatti e nomi delle persone coinvolte e vittime della strage. I reparti responsabili delle distruzioni vengono indicati come parte della Hermann Göring e della 1a Divisione Paracadutisti. Incerta la presenza di SS, sicura anche se non ben identificata la presenza di militi italiani. Numerose illustrazioni nel testo, sia attuali sia dell’epoca; infine, l’elenco delle vittime.

2. Biagini Enrico, Civitella. Un castello, un paese, un martirio, Centrostampa, Arezzo 1981.
L’A., parroco di Civitella, inizialmente aveva intenzione di pubblicare solo un opuscolo sulla strage di Civitella, ma nella sua veste definitiva il volume abbraccia l’intera storia del territorio in questione dalle origini ai giorni nostri. Senza alcun intento scientifico, il contributo dell’A. alla comprensione degli episodi di strage è legato a una corretta valutazione dell’unità del territorio in questione. Le truppe nazifasciste sono descritte come intente a operare una distruzione completa e accurata del triangolo di territorio che comprende le parrocchie di Civitella, Cornia e San Pancrazio nel comune di Bucine. Elencati tutti i caduti (117 per Civitella e 58 per Cornia) con specificate le modalità delle singole uccisioni. Numerose illustrazioni nel testo raffiguranti tanto lo stato del paese dopo la distruzione.

3. Bilenchi Romano (a cura di), Cronache degli anni neri, Editori Riuniti, Roma 1984.
Volume di memorie che raccoglie scritti sulla guerra e sulla Resistenza, apparsi per la prima volta nel 1945 nella rivista “Società”, fondata da Bilenchi. Si menzionano: alle pp. 65-71 la fucilazione di cinque antifascisti alle Cascine per rappresaglia, in seguito a un’azione dei gap che aveva portato all’uccisione del tenente colonnello Gobbi, comandante del Distretto militare di Firenze dell’esercito repubblicano fascista, e alle pp. 253-89 il massacro di 161 civili di Civitella della Chiana.

4. Contini Giovanni  La memoria divisa, Rizzoli, Milano, 1997.
Volume dedicato alla ricostruzione delle stragi avvenute il 29 giugno 1944 nei paesi di Civitella della Chiana, San Pancrazio e Cornia, che furono teatro di massacri contro i civili (203 vittime). L’A. analizza la formazione di una memoria divisa dell’evento: infatti la popolazione locale ha dato la responsabilità della strage non ai tedeschi, autori del massacro, ma alla banda dei partigiani che con un’azione nel circolo del Dopolavoro avrebbero provocato la rappresaglia. Contini analizza in particolare le testimonianze orali, coeve e recenti, partendo dalle interviste raccolte dallo Special Investigation Branch e da altre realizzate autonomamente. La prima parte del volume è dedicata alla ricostruzione dell’accaduto, al ruolo e all’attività delle bande partigiane, alla descrizione dei massacri compiuti. Dal cap. vi l’A. passa a indagare la memoria divisa, la sua formazione, i motivi di una polemica antipartigiana, e la persistenza di un lutto collettivo, le ragioni del processo del 1951. Conclude l’A.: “quanto emerge dalla mia ricerca propone un’immagine della guerra partigiana in Toscana molto lontana da quella che la vulgata della Resistenza ci aveva trasmesso” .

5. Curina Antonio, Fuochi sui monti dell’Appennino toscano, Tip. Badiali, Arezzo 1957.
Il libro si compone di due parti. Nella prima si riportano in forma cronologica, dal novembre 1943 all’ottobre 1944, la storia e le azioni svolte nel territorio aretino dalla 23a Brigata Pio Borri e dalle formazioni Renzino, Droandi, Bob e Vestri, riunite a costituire la 24a Brigata denominata Bande Esterne. Il complesso delle due Brigate formava la cosiddetta Divisione partigiani Arezzo. Nella seconda parte, divisi in paragrafi, trovano spazio le figure di spicco della Resistenza aretina, con una raccolta di testimonianze dirette e di articoli tratti dalla stampa locale. Segue l’elenco dei comitati comunali di Liberazione nazionale e l’elenco di tutti i partecipanti alla Divisione Arezzo. Al termine di questa seconda parte si trova un capitolo dedicato alle stragi nella provincia di Arezzo (pp. 447-511). Viene riportato un elenco completo delle località in cui vi furono caduti in scontri tra truppe occupanti e partigiani e vittime dovute alla rappresaglia e violenze nazifasciste. L’ultima parte del libro è riservata all’elenco dei caduti della provincia di Arezzo la quale tiene conto delle diverse cause della morte. Ad esempio per il Comune di Arezzo i criteri scelti sono stati: caduti nella guerra di Liberazione e per rappresaglie nazifasciste; caduti per fatti di guerra al passaggio del fronte; caduti per bombardamenti aerei; caduti per cause di guerra non precisate. Per la puntualità descrittiva e il quantitativo di informazioni l’opera è costantemente citata da ogni studio relativo alla Resistenza e all’occupazione nazista nell’Aretino.

6. Droandi Enzo, Arezzo distrutta 1943-44, Calosci, Cortona, 1995.
Denso studio di ricerca sui fatti e sugli avvenimenti relativi al passaggio del fronte dall’Aretino, con particolare attenzione all’attività partigiana e al fiancheggiamento della popolazione civile. Importante per l’apporto documentario, il volume si segnala per la puntuale registrazione di materiali d’archivio (soprattutto da quelli militari tedeschi e britannici) e per un indice tematico di persone e luoghi. Descritti tutti gli episodi di strage che colpirono il territorio aretino a partire da Vallucciole fino ai fatti dell’agosto in Valdarno. Importante la sezione bibliografica sui materiali consultati (pp. 327-34). L’impegno di Droandi come difensore dell’attività partigiana e del suo significato ideale trova in questo testo sufficiente spazio narrativo e l’utilizzo accorto di materiali dagli archivi militari tedeschi consente di confutare l’interpretazione di molti episodi di strage come inesatte quanto datate prospettive di rappresaglia per atti di violenza partigiana. In capitoli specifici si trovano le descrizioni degli episodi di guerra ai civili dell’estate del 1944.

7. Gambassini Luciano, Medico fra la gente, Nuovedizioni Vallecchi, Firenze 1981.
Memorie di un medico durante il passaggio del fronte nell’Aretino, particolarmente legato all’ambiente di Civitella (numerosi riferimenti alla famiglia Paggi). Sono descritti sommariamente gli episodi di San Pancrazio, con ricordo dell’uccisione di Modesta Rossi, e la strage di Civitella (pp. 193-5).

8. Gradassi Enzo, L’Ingiustizia assoluta, Provincia di Arezzo, Comune di Civitella in Va di Chiana, 2008
Questo libro ricostruisce la storia di una famiglia bruscamente interrotta dalla barbarie nazista. Una storia particolare è quella della famiglia Cau, legata ad una delle stragi più efferate compiute dai nazisti, quella di Civitella. Arrivata nel piccolo agglomerato di Gebbia da Firenze, per fuggire dai rischi della grande città determinati dalla guerra, invece trova una morte brutale e ingiustificata nella famigerata Villa Carletti di Monte San Savino, sede del comando tedesco, utilizzata per gli interrogatori dei prigionieri. La storia di Helga e Giovanni Cau è emblematica e rovescia il punto di vista con cui finora sono state guardate le stragi. Qui non si vogliono ricercare le cause, le responsabilità dell’eccidio, ma si vuole puntare l’attenzione sui morti, sull’ingiustizia assoluta di cui furono vittime, sulla brutalità di uno sterminio che troncò irreparabilmente vite, progetti, sogni, aspettative e segnò fortemente i sopravvissuti, come i tre piccoli figli della coppia.

9. Labanca Nicola (a cura di), Quando le nostre città erano macerie. Immagini e documenti sulle distruzioni belliche in provincia di Arezzo (1943-1944), Editori del Grifo, Montepulciano 1988.
Pubblicazione promossa e realizzata dall’ANPI sezione Licio Nencetti di Foiano della Chiana in collaborazione con la Provincia di Arezzo e la Regione Toscana sull’impatto del passaggio del fronte nella provincia aretina. Oltre a presentazioni e indirizzi di saluto di varie autorità (pp. 7-18), il volume presenta il saggio di Nicola Labanca, Il peso del fronte e della guerra su una provincia toscana. Arezzo 1943-1944 (pp. 19-58), che si segnala per l’utilizzo di fonti documentarie non esaminate dai relatori del convegno: Seconda guerra mondiale e sterminio di massa. Stragi e rappresaglie nella lotta di Liberazione, tenutosi ad Arezzo in data 24-28 novembre 1987. Nel paragrafo Le sistematiche distruzioni nella ritirata germanica viene ricordata la strage di 14 civili avvenuta a Moggiona l’11 settembre 1944 ad opera dell’esercito tedesco (p. 31). Al tema della guerra ai civili è dedicato il paragrafo Guerra di stragi (pp. 37-41), dove sono ricordati i principali avvenimenti citando documenti tedeschi e i dati pubblicati da Curina [M n. 146]. La seconda parte del volume – Immagini sulle distruzioni belliche in Provincia di Arezzo (1943-1944) – presenta gli effetti delle distruzioni belliche sul territorio della provincia aretina suddiviso nelle quattro vallate. A p. 86 è riprodotta la foto di Castelnuovo dei Sabbioni (Cavriglia) dopo l’azione del 4 luglio 1944, quando reparti della 10a Armata della Wehrmacht massacrarono 73 civili. A p. 103 la foto di Civitella della Chiana distrutta da reparti della 10a Armata della Wehrmacht il 29 giugno 1944, dove vennero uccisi 250 civili. A p. 123 le fotografie di Partina dopo le distruzioni operate dai nazifascisti nel rastrellamento del 13 aprile 1944 (29 civili uccisi).

10. Mannino Salvatore, La giustizia divisa, Amministrazione provinciale, Arezzo, 2008.
Nel volume, pubblicato dall’Amministrazione provinciale di Arezzo, l’autore Salvatore Mannino, redattore del quotidiano La Nazione, ripercorre le vicende giudiziarie dei processi per le stragi di Civitella in Val di Chiana e San Polo, partendo dalla minuziosa ricostruzione operata dalla Procura Militare di La Spezia. Due processi che si sono conclusi, in prima istanza, con una condanna ed una assoluzione, quasi a confermare lo spirito di giustizia che ha animato la Procura Militare, perché agli imputati sono stati garantiti i diritti alla difesa dei quali non poterono godere le vittime di Civitella e San Polo. Tuttavia una giustizia negata, proprio perché sarebbe stato possibile, già all’indomani della fine della guerra, accertare i fatti e le responsabilità e portare sui banchi dei tribunali i più alti livelli di comando dell’esercito tedesco. Una inaccettabile logica politica ebbe il sopravvento ed anche gli atti di indagine esistenti vennero sottratti e nascosti. Anche queste decisioni, dettate da una distorta ragion di stato, hanno contribuito alla costruzione di quella memoria divisa che occorre superare per riconquistare invece una memoria condivisa che renda onore e giustizia alle vittime delle stragi.

11. Paggi Leonardo (a cura di), La memoria del nazismo nell’Europa di oggi, La Nuova Italia, Firenze 1997.
Il volume pubblica una scelta delle relazioni tenute al convegno internazionale svoltosi ad Arezzo nel giugno 1994 dal titolo In memory: per una memoria europea dei crimini nazisti. Si segnala l’importante introduzione di Leonardo Paggi sul rapporto fra memoria, storia, violenza e giustizia. Fra i contributi che riguardano la Toscana: Michael Geyer, Civitella in Val di Chiana. 29 giugno 1944. Ricostruzione di un “intervento” tedesco, che pubblica una versione riveduta del saggio apparso nel volume a cura di H. Heer, K. Naumann, Vernichtungskrieg. Verbrechen der Wehrmacht 1941-1944, Hamburg 1994, il catalogo della mostra sui crimini della Wehrmacht; il saggio di Leonardo Paggi, Storia di una memoria anti-partigiana, già pubblicato in L. Paggi (a cura di), Storia e memoria di un massacro ordinario, Manifestolibri, Roma 1996 [M n. 225]; e di Lutz Klinkhammer, La politica di repressione della Wehrmacht. Le stragi ai danni della popolazione civile nel 1943-1944 (pp. 81-111). La seconda parte del volume dal titolo Memoria e dimenticanza. Per una politica della memoria, oggi propone una riflessione sulla memoria europea dell’esperienza della Seconda guerra mondiale.

12. Paggi Leonardo (a cura di), Storia e memoria di un massacro ordinario, Manifestolibri, Roma 1996, 165 pp.
Raccolta di saggi relativi alla strage di Civitella in Val di Chiana. Scritti di A. Bravo, E. Collotti, L. Paggi, C. Pasquinelli, C. Pavone, A. Portelli, A. Scali. L’opera rappresenta uno dei passaggi centrali del dibattito su stragi, popolazione civile, memoria e guerra partigiana che si collega a spunti e conclusioni emersi al convegno di Arezzo del giugno 1994 In memory: per una memoria europea dei crimini nazisti. Dalla prospettiva generale che fa da sfondo all’operazione di distruzione a Civitella (saggio di Enzo Collotti, Obiettivi e metodi della guerra nazista. Le responsabilità della Wehrmacht, pp. 24-46) si passa alla storia della memoria pubblica nel dopoguerra, al convivere col ricordo della distruzione attraverso varie stagioni e climi politici. La valutazione delle memorie contrapposte sulle responsabilità partigiane e le autonome logiche di guerra ai civili viene inserita all’interno di un percorso comparato con altri episodi di strage della guerra nazifascista. Importante la definizione delle peculiarità della strage di Civitella: la distruzione della popolazione maschile ha fatto sì che, nel dopoguerra, saranno le donne a essere depositarie della futura memoria della strage. Al volume è allegata una videocassetta, documentario degli avvenimenti di Civitella a cura di Giovanni Contini.

13. Succhielli Edoardo (a cura di), La Resistenza nei versanti tra l’Arno e la Chiana. Memorie di lotta partigiana di partecipazione popolare di stragi nazifasciste, Tipografia Sociale, Arezzo 1979.
Introduzione di Ivo Biagianti. Autobiografia del comandante della Brigata partigiana Renzino composta da memorie dell’A. e testimonianze di altri protagonisti, collocate secondo l’ordine cronologico “relative all’attività partigiana svoltasi fra l’autunno del ’43 e l’estate del 1944, nella zona a cavallo tra le province di Arezzo e Siena” (dall’Introduzione). Val di Chiana, Val d’Ambra e Val d’Orcia sono il teatro di azione della formazione Renzino e la narrazione dà ampio spazio alle vicende che caratterizzarono tragicamente la vita di paesi come Civitella della Chiana, San Pancrazio, Montaltuzzo, Cornia. Trattandosi di un volume scritto a più mani alcuni episodi e vicende ricorrono più volte ma la maggiore sistematicità narrativa circa episodi di strage è da rintracciarsi nel capitolo I crimini del nazifascismo (pp. 195-212). Vengono qui descritti gli effetti e la dinamica della ampia operazione di distruzione che scattò il 29 giugno 1944 e coinvolse i comuni di Civitella della Chiana, Bucine, Monte San Savino e Pergine Valdarno dove perirono complessivamente 337 civili (particolare riferimento agli agglomerati rurali Gebbia, Capocontro, Cornia, Il Burrone, Solaia e Montaltuzzo che furono incendiati e distrutti e dove non furono risparmiati né donne né bambini). Seguono episodi minori e il ricordo dell’uccisione di Modesta Rossi. L’A. analizza anche l’atteggiamento delle popolazioni di San Pancrazio e Civitella dopo gli eccidi, comunità distrutte che hanno ricostruito in modo diverso una memoria e sviluppato un giudizio antitetico verso la lotta di Liberazione (pp. 304-8).

14. Tognarini Ivan (a cura di), La guerra di liberazione in provincia di Arezzo, 1943/1944. Immagini e documenti, Amministrazione provinciale, Arezzo, 1988.
Pubblicazione dell’Amministrazione provinciale di Arezzo di celebrazione e di ricostruzione della storia della Resistenza e della Liberazione del territorio aretino a breve distanza dal conferimento alla Provincia della Medaglia d’oro al valore militare per il contributo dato alla lotta di Liberazione. Il testo principale è di Nicola Labanca che dedica alle stragi nella provincia un breve paragrafo alle pp. 53 e 55. Qui vengono ricordati i principali luoghi puntualizzando la necessità di analizzare il fenomeno strage non legato a quello della rappresaglia, di considerarlo bensì come atto deliberato di guerra di sterminio. Corredato di molte fotografie, il volume offre una serie di immagini, con didascalie originali, tratte dall’Imperial War Museum inerenti alle stragi di Moggiona e San Polo (pp. 122-31).