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“Ai vivi si devono dei riguardi – affermò il filosofo francese Voltaire – ai morti si deve soltanto la verità” E’ stato precisamente questo il criterio che ha ispirato negli ultimi 20 anni la politica della memoria del Comune. Nel convegno internazionale svoltosi ad Arezzo nel 1994, che ebbe il merito di suscitare in tutto il paese una ripresa degli studi sulle stragi naziste, la memoria di Civitella fu definita dagli storici una memoria divisa, ossia una memoria lacerata al suo interno da diverse attribuzioni della responsabilità della strage. Attraverso quel convegno furono raccolti documenti e testimonianze in parte consultabili nella sezione video testimonianze.
In questa situazione era particolarmente importante la piena ricostruzione della verità storica. Nel 1998, attraverso un protocollo d’intesa, sottoscritto dai Sindaci dei Comuni di Civitella Gilberto Dindalini, di Bucine Paolo Nannini, di Cavriglia Enzo Brogi e di Stia Roberto Frulloni, fu commissionata una ricerca in Germania svolta dallo storico Carlo Gentile. La ricerca di Gentile (che sarà possibile consultare nella sezione documenti) costituì un prezioso contributo per ottenere una ricostruzione piena e accurata dell’origine e della dinamica del massacro del 29 giugno del 1944. La ricerca di Gentile fu anche il primo passo che permise alle Comunità di formulare un’apposita richiesta di procedimento penale affidando l’incarico all’Avv. Guido Calvi di Roma.
E con l’arrivo alla Procura militare di La Spezia del dr. Marco De Paolis, che con impegno e determinazione lavorò assiduamente per la ricerca della verità e l’individuazione dei responsabili, fu possibile giungere alle sentenze del 2006 e del 2007 (consultabili nella sezione documenti ) che riconobbero la colpevolezza di “omicidio contro privati nemici pluriaggravata e continuata” per Max Milde e Siegfried Boettcher. Per la comunità di Civitella si è trattato di un risultato importante. La richiesta di giustizia, che era stata solennemente avanzata durante la visita del Presidente Carlo Azeglio Ciampi l’8 ottobre 2004, aveva finalmente trovato soddisfazione.
E questa verità e la storia di questa comunità rappresentano uno degli impegni più importanti che come Sindaco sento di dover portare avanti. Per trasmettere la memoria dell’evento alle nuove generazioni il Comune di Civitella organizza ogni anno, insieme al Comune di Bucine, una marcia della pace. L’amministrazione ha inoltre aiutato la nascita di una stanza della memoria nella quale si raccolgono fotografie di epoca, effetti personali delle vittime, pubblicazione di vario tipo. Il luogo di memoria è gestito con grande dedizione dall’Associazione “Civitella ricorda” il Comitato dei parenti delle vittime di Civitella.
In un territorio relativamente piccolo come quello del nostro Comune la seconda guerra mondiale aveva tuttavia lasciato un’altra importante e dolorosa traccia: l’istituzione, nella località di Oliveto, di un campo di concentramento. A partire dal 1942 il campo era stato essenzialmente popolato da ebrei libici, che in omaggio alle leggi razziali del 1939 il fascismo aveva brutalmente sradicato dai loro lontani luoghi di origine. Nel gennaio del 1944 i 61 ebrei ancora presenti nel campo furono deportati da truppe SS prima a Fossoli e poi trasferiti nel lager di Bergen Belsen in cui poterono sopravvivere solo in ragione di circostanze del tutto fortuite.
Si trattava, nuovamente, di una vicenda completamente oscurata che è stata riportata alla luce attraverso interviste con i testimoni locali, l’istituzione di contatti in Israele con alcuni sopravvissuti all’internamento, e, anche in questo caso, con accurate ricerche di archivio, che sulla base di un finanziamento dell’Unione Europea hanno portato alla costituzione di un data base oggi consultabile sul sito dell’Associazione per la storia e le memorie della repubblica al quale è possibile accedere attraverso la sezione Campo di concentramento “Villa Oliveto”.

La ricostruzione della storia di Civitella nella seconda guerra mondiale, per molti versi esemplare di vicende analoghe che si svolgono negli stessi anni su scala nazionale ed europea, si è avvalsa della collaborazione appassionata di storici e antropologi. La bibliografia su Civitella (consultabile nel sito) si è via via arricchita negli anni, e oggi annovera, per citare solo alcuni nomi, i lavori di Pietro Clemente, di Giovanni Contini, di Leonardo Paggi. Di questa collaborazione con il mondo della cultura e della ricerca storica siamo fieri. Si tratta di un legame che vogliamo preservare e rinnovare nel tempo.
La memoria dei massacri nazisti è per noi in primo luogo componente essenziale della memoria repubblicana ed inestinguibile fonte di legittimazione della democrazia antifascista ricostituitasi dopo la catastrofe della seconda guerra mondiale che in egual misura ha coinvolto e travolto tutti i popoli del continente. Ma in quella immane tragedia, che assunse anche i toni di una guerra civile internazionale, si scavarono fossati e si fissarono odi e diffidenze reciproche destinati a durare nel tempo. Sentiamo tutti che ormai è giunto il tempo di uscire dalle trincee, spesso contrapposte, delle memorie nazionali. Ce lo suggerisce la mondializzazione in cui siamo tutti immersi e che chiama il vecchio continente a misurarsi con altre grandi culture del pianeta. Ma ce lo suggeriscono anche gli stessi ostacoli che talvolta intralciano il processo di unificazione europea. Forse accanto alla moneta dovranno costituirsi altri terreni di collaborazione relativi alla identità e alla storia dei singoli paesi.
La sentenza della corte Internazionale di Giustizia dell’Aja del 3 febbraio 2012 formulò un invito a Italia e Germania a mantenere aperto il negoziato al fine di conseguire in tempi brevi una soluzione consensuale della vertenza. E anche la commissione congiunta di storici italiani e tedeschi, voluta dai rispettivi ministeri degli esteri italiano e tedesco, ha chiuso i suoi lavori con un invito preciso: è tempo che Italia e Germania aprano un confronto tra le loro diverse esperienze compiute nella seconda guerra mondiale riflettendo criticamente sugli stereotipi e i sensi comuni che hanno spesso tenuto divise le opinioni pubbliche dei due paesi.
Il tavolo che il Ministero degli Esteri italiano ha organizzato a Roma all’indomani della sentenza dell’Aja invitando a partecipare i Comuni italiani teatro delle più atroci stragi della Seconda Guerra Mondiale e le Associazioni combattentistiche ha permesso la predisposizione di progetti successivamente approvati e finanziati dalla Repubblica Federale Tedesca grazie anche al prezioso lavoro di coordinamento portato avanti dall’Ambasciatore Alessandro Pignatti della Direzione generale per l’Unione Europea del Ministero degli Esteri. L’Amministrazione comunale di Civitella, grazie al finanziamento, ha potuto proseguire quell’opera di ricerca storica e di divulgazione della memoria portato avanti negli ultimi decenni creando questo sito web, arricchito da una ricerca capillare di nuova documentazione in nuovi archivi e della traduzione in lingua inglese e per alcuni testi anche in tedesco, che da oggi potrà essere così consultato e diventare ì oggetto di ricerca e di approfondimento non solo per le scuole italiane.

Ginetta Menchetti
Sindaco di Civitella in Val di Chiana